LA STORIA GEOLOGICA DI ACIREALE IN CENTO PAROLE
LA TIMPA DI ACIREALE
La Timpa è una scarpata che si eleva a picco sul mare che va degradando verso la costa sul versante orientale dell' Etna. Essa comincia a Capo Mulini, nella zona chiamata “Gazzena”, passa per Santa Maria La Scala e si interrompe bruscamente all'altezza di Contrada “mortari”, in territorio di Acireale, della cui storia rappresenta un elemento fondamentale.
Costituita da millenari strati di lava sovrapposti e coperti dall'ormai rara macchia mediterranea, la Timpa si innalza rapidamente dai 10 ai 200 metri e rappresenta un patrimonio naturalistico e geologico eccezionale, in larga parte fruibile attraverso percorsi e sentieri, in minor parte antropizzato.
La Timpa, estesa su una superficie di 300 ettari, caratterizza ben 7 chilometri della riviera acese, dall'estremità sud presso Capomulini, passando per Santa Caterina, poi lungo S. Maria la Scala e fin oltre Santa Tecla. La Riviera include le frazioni di Scillichenti, Stazzo e Pozzillo. Le zone di maggiore interesse sono: la Gazzena e Villa Calanna, Acquegrandi, Santa Caterina, Pietra Monaca, le Chiazzette e Malascesa e Grotte.
Risale al 1984 la prima istituzione dell'area protetta relativa ala Timpa di Acireale. Dopo alterne vicende giudiziarie, nel 1999 la Timpa è diventata Riserva Naturale Orientata grazie alla presenza di un prezioso lembo di vegetazione a macchia mediterranea, alla panoramicità, alle peculiarità geovulcanologiche ed alla presenza di un ambiente marino incontaminato. L'area protetta, estesa 225 ettari attualmente affidata all'Ispettorato Ripartimentale delle Foreste di Catania, è suddivisa nella zona A di “riserva integrale” ( 140 ha ), e in quella B “preriserva” ( 85 ha ).