Articolo della Prof.ssa Teresa Vespucci
La ricorrenza della Giornata Internazionale della Donna riconosce i successi delle donne, senza distinzione di nazionalità, etnia, religione, cultura, lingua, status economico o orientamento politico. Questa ricorrenza costituisce un momento per riflettere sulle conquiste ottenute, chiedere nuovi cambiamenti e celebrare atti di coraggio e determinazione delle donne che si sono distinte nella storia. Il mondo ha fatto notevoli progressi in diversi ambiti, ma nessun Paese ha raggiunto ancora la parità di genere. Molto ancora resta da fare per soddisfare l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile n°5 dell’Agenda 2030.
Per comprendere nel dettaglio la storia di questa giornata, dobbiamo ripercorrere la linea del tempo, ponendo particolare attenzione ad alcune date:
- Nel 1909, si tenne la prima Giornata Nazionale della Donna negli Stati Uniti su invito del Partito Socialista Americano, che aveva designato questa data in memoria dello sciopero di migliaia di camiciaie newyorkesi che nel 1908 avevano rivendicato migliori condizioni di lavoro.
- Nel 1910, l’Internazionale Socialista, riunitosi a Copenaghen, stabilì una Giornata della Donna a carattere internazionale, che mirava al raggiungimento del suffragio universale.
- Nel 1911, Germania, Austria, Danimarca e Svizzera furono le prime nazioni europee a celebrare la Giornata della Donna. Rivendicazioni salariali, diritto di voto e di esercizio di pubbliche funzioni, eliminazione delle discriminazioni erano i temi al centro del dibattito, al quale parteciparono più di un milione di persone, tra uomini e donne.
- Nel 1913, la Giornata divenne un meccanismo di protesta contro la Prima Guerra Mondiale.
- Nel 1917, il 23 febbraio, le donne, in Russia, protestarono e scioperarono di nuovo per “Pane e Pace”. Quattro giorni dopo, lo zar si dimise e concesse alle donne il diritto al voto. Tale data coincide con l’8 marzo del calendario gregoriano e fu l’inizio della rivoluzione russa.
- Nel 1921 la Seconda Conferenza Internazionale delle Donne Comuniste fissò l’8 marzo come “Giornata Internazionale dell’operaia” e da qui la decisione di estendere la celebrazione a tutte le donne e la sua rapida diffusione nel mondo.
- In Italia la Giornata internazionale per i diritti delle donne, nasce all’inizio del secolo scorso per promuovere i diritti negati alle donne dal sistema patriarcale, che ne ha per secoli sancito la subordinazione sul piano economico, sociale, politico e culturale. Dopo l’interruzione del fascismo e della guerra, riprende l’8 marzo 1946, organizzata dall’Unione Donne Italiane, nata dai Gruppi di Difesa della Donna che operavano nella Resistenza italiana. L’idea della mimosa quale suo simbolo fu proposta da Teresa Noce, partigiana, la più giovane delle 21 donne elette nell’Assemblea costituente nel 1946, perché è un fiore di poco costo e che sboccia proprio nei primi di marzo. Il suo colore, il giallo, esprime vitalità, forza, gioia e rappresenta il passaggio dalla morte alla vita, diventando metafora delle donne che si sono battute, di tutti coloro che si battono per la parità dei diritti.
Quando regaliamo una mimosa, quando riceviamo una mimosa, quando ci scambiamo una mimosa teniamolo presente: L’8 marzo non è una “celebrazione”, non è una “festa” formale e consumistica. E’ un’occasione per rafforzare la lotta contro le persistenti discriminazioni e le violenze di genere, contro gli stereotipi che limitano il libero sviluppo della personalità delle donne e degli uomini. E’ la giornata in cui rinnovare le battaglie civili delle donne in difesa dei propri diritti e del valori universali della pace e della giustizia.
cfr. https://www.onuitalia.it/giornata-internazionale-della-donna-8-marzo/
da Roberto Patanè